Nel Medioevo, ai tempi dell’inquisizione, il gatto nero era ritenuto dall’ignoranza del popolo il compagno di vita delle streghe magico e misterioso, per la sua consuetudine di uscire fuori la notte e per il colore, collegato al lutto, agli inferi, al Diavolo e considerato anche un demone portatore di morte. Ma tanto fu sufficiente per creare un mito che ancora oggi causa la morte di migliaia di poveri mici.
L’origine di questa credenza sulla sfortuna portata da questo felino ha origine invece all’epoca in cui si andava a cavallo, le strade di notte non erano illuminate e nel momento in cui un gatto schizzasse di colpo di fronte al cavallo, questo poteva impaurirsi e sbalzare il cavaliere.
Ma alcuni paesi d’Europa, come la Francia e l’Inghilterra, non la pensano proprio così e addirittura si crede che possedere un gatto nero voglia dire mettersi la fortuna in casa. Nei tempi antichi di Grecia ed Egitto vedevano nel gatto nero la perfezione assoluta ed era ritenuto una razza pregiata.
In Italia, dove vige questa strana credenza popolare, è stata indetta dall’associazione Aidaa il “Gatto Nero Day”, ovvero la giornata a difesa della vita di questo felino indifeso; ogni anno infatti a causa di questa stupida diceria, vengono ammazzati 60.000 gatti neri.
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