La sigla ‘REM’ deriva da ‘Rapid Eye Movements’ (in italiano, MOR: Movimenti Oculari Rapidi), e cioè velocissimi movimenti delle protuberanze corneali dietro le palpebre, osservabili in una persona che dorme.
I MOR sono giustificati da un’intensa attività cerebrale, molto simile allo stato di veglia (onde elettriche ad alta frequenza e bassa ampiezza, rilevate con un EEG), che caratterizza questo stadio del sonno, producendo un’attivazione generale dell’organismo.
Alcune manifestazioni correlate sono infatti una spiccata facilità al risveglio, la maggiore sensibilità ai suoni ed alla luce, la produzione di sogni vividi e maggiormente recuperabili da svegli, ecc.
Una strana caratteristica è l’ipotonia della muscolatura volontaria, che paralizza la persona.
Questo fenomeno, così discordante rispetto alla grande attivazione cerebrale, ha procurato al sonno REM l’etichetta alternativa di “sonno paradosso”.
Il sonno REM costituisce circa il 25% di un’intera notte di sonno (fino ai 5 anni circa è del 50%), e subisce un decremento fisiologico progressivo nel corso della vita di una persona.
Nessun commento!
Non ci sono ancora commenti, scrivi tu il primo commento.