Regno Unito
Occuparsi degli altri: le persone che passano parte del proprio tempo libero a fare volontariato o a dare semplicemente una mano, sono più felici. Non importa se l’oggetto delle proprie attenzioni sia un altro essere umano, animali o l’ambiente, una ricerca della dottoressa Suzanne Richards dell’Università di Exeter Medical School, nel Regno Unito, ha esaminato 40 studi degli ultimi 20 anni sul legame tra volontariato e salute, rilevando che il volontariato è associato con meno casi di depressione, maggiore benessere e una riduzione del 22 per cento del rischio di morte.
Mantenere relazioni sociali forti: se sei tra coloro che hanno amici intimi, una famiglia amorevole o forti legami con la comunità, sei sicuramente un “felice”. Tra i numerosi studi che lo confermano, ce n’è uno dello psicologo Shawn Achor compiuto tra 1.600 studenti di Harvard che ha dimostrato che il sostegno sociale è motivo di felicità e conta più di fattori come il reddito familiare, i punteggi universitari, l’età, il sesso o l’etnia di appartenenza.
Passare del tempo con persone felici: secondo uno studio pubblicato in Statistics in Medicine, la felicità è contagiosa. I ricercatori hanno scoperto che quando una persona diventa felice, un amico che le vive vicino ha una probabilità del 25 per cento in più di esserlo anche lui. Il coniuge della persona felice ha un 8 per cento maggiore probabilità di felicità, e i vicini di casa hanno una probabilità del 34 per cento.
Ma c’è di più: i ricercatori hanno condotto una revisione di altri studi precedenti, scoprendo che certe relazioni sono maggiormente interessate da felicità, in ossequio a una teoria chiamata la “teoria del contagio sociale” o dei “tre gradi di influenza”: quando una persona è felice, l’effetto può diffondersi per tre gradi, fino agli amici degli amici.
Dare un significato alla propria esistenza: I ricercatori della Tohoku University in Giappone hanno realizzato uno studio di sette anni su oltre 43.000 adulti di età tra 40 e i 79 anni chiedendo loro se avevano ikigai (un termine giapponese che sta per “senso della vita”), e poi hanno monitorato il loro stato di salute. Il 95 per cento degli intervistati che riferivano di avere dato un significato alla propria vita erano vivi sette anni dopo l’indagine iniziale contro circa l’83 per cento di coloro che non avevano segnalato alcun buon motivo per vivere. La mancanza di ikigai, secondo i ricercatori, sarebbe in particolare associata con la morte a causa di malattie cardiovascolari.
Fare regolare esercizio fisico: l’esercizio fisico in generale rilascia endorfine nel cervello, che migliorano il tono dell’umore. Se l’allenamento è regolare, il moto positivo dell’animo si estende anche ai giorni in cui non ci si allena. Lo conferma una ricerca dell’Università di Bristol secondo cui “Nei giorni di allenamento, l’umore delle persone migliora significativamente dopo l’esercizio e rimane lo stesso nelle successive giornate di riposo. Con l’eccezione del senso di calma che si perde poco dopo”.
Trascorrere non meno di 20 minuti al giorno all’aperto: non solo aiuta a mantenere uno stato d’animo migliore ma addirittura migliorerebbe la memoria. A fare bene sono soprattutto la luce del sole, anche in un giorno nuvoloso, e l’aria fresca.
Aiutare gli altri: la ricetta per la felicità,
Nel mondo ci sono tante persone che hanno bisogno e, specialmente se si sta bene, deve essere un dovere aiutare gli altri.
E’ troppo bello mettersi a disposizione delle persone bisognose. Io lo faccio quotidianamente e mi sento la donna più felice del mondo.