Camminare 2 minuti ogni ora allunga la vita e riduce del 33% il rischio di morte

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Una vita sedentaria è molto pericolosa per la propria salute e a confermarlo è una ricerca pubblicata recentemente sull’American Journal of Clinical Nutrition, che dimostra come stare seduti troppo tempo possa causare un decesso due volte in più rispetto all’obesità.

Questo studio consiglia una semplice camminata di 2 minuti ogni ora per evitare il rischio di morte “da giovani” e allungare di conseguenza la vita.

Alcuni ricercatori della University of Utah School of Medicine hanno analizzato i dati raccolti nel National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), il programma del governo degli Stati Uniti messo in atto per controllare lo stato di salute e le abitudini alimentari di adulti e bambini americani e precisamente hanno studiano i dati di 3243 persone la cui attività fisica era monitorata da un accelerometro.

Lo scopo della ricerca era di verificare se una piccola attività fisica possa allungare la vita delle persone sedentarie, ovvero quei soggetti che durante le ore in cui sono sveglie non fanno movimento per almeno metà del tempo.

Il gruppo di ricercatori guidato da Srinivasan Beddhu ha dimostrato che fare attività fisica, sempre per due minuti ogni ora, riduce del 33% il rischio di morte. Inoltra, i risultati affermano che non è necessario che il movimento sia intensivo per stare bene, ma basta un’attività leggera per ridurre il rischio di mortalità.

Srinivasan Beddhu spiega che camminare per circa 2 minuti ripetutamente ogni ora per 16 ore di veglia comporta un consumo di 400 Kcalorie alla settimana, vicino alle 600 Kcalorie che dovrebbero in teoria essere bruciate ogni sette giorni per stare bene, svolgendo una lieve attività fisica.

Fare una vita movimentata è la formula migliore per stare in salute, ma spesso la vita di oggi comporta una quantità limitata di esercizi giornalieri. La ricerca dimostra come piccoli cambiamenti possono avere un grande risvolto nella nostra vita. Il gruppo di ricercatori della University of Utah School of Medicine precisa che sono necessari altri studi e approfondimenti per dare risposte più soddisfacenti su questa materia.