Ecco la classifica dei peggiori tonni in scatola al mondo secondo Greenpeace

Europa

Direttamente da Greenpeace arriva la classifica relativa alla qualità del tonno che finisce sulle nostre tavole. Una classifica bastata su parametri legati all’ecosostenibilità in quanto alcune case produttrici utilizzano la pesca con le reti e non con le canne a tutto discapito degli esemplari più giovani.

Pescare dei tonni giovani e piccoli con le reti, di fatto causa da un lato la difficoltà del ripopolamento del pesce nei mari e dall’altra la cattura di altre specie non adatte all’alimentazione umana come squali, tartarughe e balene. Queste vittime vengono ributtate in mare morte o morenti.

Se siete amanti del tonno questa classifica vi aiuterà a scegliere la marca che più rispetta l’ambiente e le regole della pesca.

In Europa in media un cittadino europeo consuma 2,7 kg di tonno all’anno, di conseguenza ogni anno di fatto se ne pesca più di quel che si dovrebbe per soddisfare le richieste della popolazione.

Dei volontari di Greenpeace hanno fatto il giro nei supermercati italiani guardando scatoletta per scatoletta e il risultato è al quanto allarmante: la maggior parte del tonno continua a essere tonno pescato con reti a circuizione violando tutte le regole in essere.

Al primo posto per qualità si conferma Asdomar perché mantiene i propri impegni mettendoli in pratica e non fermandosi, come molti altre, alle sole parole di routine e copertura.

Segue Mareblu che promette di utilizzare solo tonno pescato in modo sostenibile nel 100% dei suoi prodotti entro il 2016 (qui a Striscia la Notizia direbbero mettiamo il nodo e ritorniamo tra 2 anni).

Rio Mare rimane indietro con un impegno a metà. Agli ultimi posti Nostromo, MareAperto STAR e Maruzzella per non aver adottato nessun criterio per garantire ai consumatori che il proprio tonno non arriva da una pesca distruttiva.

Cari lettori sta a voi ora decidere quale miglior tonno in scatola scegliere per le vostre tavole.